ISTANBUL - Terza parte - Itinerari Principali


Dopo il primo post introduttivo su Istanbul, seguito da quello più "romantico" sulle Moschee, è ora il momento di addentrarci meglio nella città, percorrendo itinerari turistici e non.

Istanbul è una città enorme e le cose da vedere sono un'infinità per cui è bene programmare come si deve sia le cose da visitare sia l'ordine in cui vederle, in funzione anche del tempo a disposizione.

Per questo motivo ho diviso gli itinerari in due post.
Il primo, questo, prevede 3 giorni pieni e intensi per visitare le cose principali e classiche della città.

Nel prossimo parlerò dei quartieri meno visitati dai turisti e a mio avviso più affascinanti, la cui visita prevede altri due giorni.

E ora mettetevi comodi.
Il post è ricco di informazioni e quindi anche inevitabilmente lungo; meglio che vi avverta da subito. :)))

Oltre ai percorsi, troverete un po' di notizie utili (spero) e qualche altra "mia chicca" che mi auguro vi farà piacere leggere.


Iniziamo subito con una visione di insieme delle parti della città che visiteremo:


(Fai click sulla mappa per ingrandirla)
Le aree cerchiate in rosso sulla mappa rappresentano i quartieri principali che andremo ad esplorare durante il nostro viaggio.

Per spostarsi da un posto all'altro consiglio, oltre che le gambe, il Tram superveloce o il traghetto.
Il costo del biglietto è circa 2 lire turche e spiccioli per qualsiasi mezzo pubblico (in pratica meno di 1€).

Volendo per spostamenti brevi e veloci si possono usare i taxi di gruppo (i "Dolmus", 2,5 lire su percorsi prefissati)


Primo giorno
Come in tutte le città anche ad Istanbul conviene iniziare dal Centro Storico, peraltro Patrimonio dell'Unesco.
Qui potrete vedere insieme le bellezze dei monumenti sia Bizantini sia Ottomani.

Un giorno unico per vederlo tutto non basta, a meno che non lo facciate correndo ed evitando di entrare nei posti consigliati.
Ma voi non fate così, veroooo? :))))

Ingrandiamo la mappa:


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I principali posti che oggi vedremo sono quelli sottolineati in rosso.

Suggerisco di iniziare dalla Basilica Cisterna (Yerebatan Visiri), un enorme spazio sotterraneo costruito dai Romani per sopperire alla mancanza di risorse idriche (e sì, perché a quanto pare un punto debole di Istanbul - forse l'unico - era la mancanza d'acqua!).
Ma come tutti sappiamo i nostri antenati erano anche abilissimi nella costruzione di acquedotti e relative cisterne e questa di Istanbul ne è una testimonianza.

Scoperta alla fine del XIX secolo, questa cisterna oggi si presenta come un enorme spazio sotterraneo con 336 colonne disposte in dodici file, tutte distanziate l'una dall'altra di 4,90 m. (adesso ho capito anche perché viene chiamata "Basilica")

Curiosità: una di queste porta il nome di Colonna Piangenteağlayan sütun”, dove sono incise forme che rappresentano lacrime e occhi; ed essendo la colonna perennemente umida e bagnata, si ha proprio la sensazione che stia piangendo!!!

Le piattaforme di legno, poste al di sopra dell’acqua dove nuotano grandi pesci, ci portano nel punto più attraente della cisterna; le due Teste di Medusa (sì, proprio quella che se la guardavi diritto negli occhi ti pietrificava!).
Queste teste, utilizzate come piedistallo per le colonne, pare fossero state portate per proteggere la città dalle cattiverie e posizionate al rovescio e di lato.



(Fai click sull'immagine per ingrandirla)
Riuscire a rappresentare fotograficamente le suggestioni di questo sito non è semplice, soprattutto senza le attrezzature adatte. Per questo vi rimando a questa galleria di immagini che sicuramente rende bene l'idea.

Usciti dalla Cisterna in meno di 5 minuti a piedi potete raggiungere l'entrata di Santa Sofia, di cui abbiamo ampiamente parlato qui.

Accanto a Santa Sofia troverete il PalazzoTopkapi (Topkapi Saray), altra tappa fondamentale per chi visita Istanbul (nella cartina in alto non è evidenziato, ma è immediatamente sopra Santa Sofia)

Topkapi dal Bosforo

(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Costruito nel 1453 a seguito della presa di Costantinopoli da parte di Maometto II il Conquistatore, che vi ha abitato fino alla sua morte, fu anche residenza di ben 26 dei 36 sultani dell’Impero Ottomano.

È un edificio immenso, formato da chioschi, harem, cortili, corridoi e belvedere, che ricorda le usanze e i costumi di questo popolo.


(Fai click sull'immagine per ingrandirla)
La visita richiede almeno un'ora, anche di più.
Uscirete stanchi ma volendo potete riposarvi nello splendido giardino antistante il palazzo.


Topkapi al tramonto

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A questo punto suggerisco un salto al piccolo Bazar Arasta, a fianco della Moschea Blu e vicino ad una serie di ristorantini molto carini, tutti dotati di una terrazza all'ultimo piano dove potete mangiare godendovi una vista sulla città e sulle varie Moschee.

Dopo mangiato una visita al Museo del Mosaico è praticamente doverosa.

Qui troviamo una delle rappresentazioni più belle dell’arte Bizantina in cui vengono raffigurati in modo molto realistico persone, animali, figure mitologiche, scene di caccia, giochi di bambini.

Datati tra il 450 e 550 d.C. questi mosaici molto probabilmente ornavano parte della pavimentazione del Palazzo Grande (Buyuk Saray), il primo Palazzo dell’Impero Bizantino costruito ad Istanbul, così come il Topkapi Saray (Palazzo di Topkapi) lo è stato per l’Impero Ottomano.

Purtroppo del maestoso Buyuk Saray, che si estendeva dall’Ippodromo (che tra poco vedremo) fino alla costa del Mar di Maramara, sono giunte a noi pochissime tracce.

Usciti dal museo siamo pronti per entrare finalmente nella Moschea di Sultan Ahmet (Moschea Blu). Anche su questa Moschea non aggiungo altro visto che ne abbiamo abbondantemente parlato qui.

Usciti dalla Moschea vi troverete in una lunga piazza corrispondente al luogo dove una volta c'era l'Ippodromo.


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Anche se la sua costruzione iniziò nel III secolo a.C. da parte dell'Imperatore Romano Settimio Severo, la sua realizzazione completa, attraverso l’opera di oltre 100.000 schiavi, avvenne nel periodo di Costantino (ricordate? colui che fondò Istanbul e la fece diventare la capitale dell’Impero).

Il suo scopo era quello di arricchire ed abbellire Istanbul (all'epoca Costantinopoli, appunto), tanto da farla apparire più bella ed affascinante di Roma (!).

Sia nel periodo Bizantino che in quello Ottomano, l’Ippodromo e i suoi dintorni hanno rappresentato il centro della capitale, ma è stato anche il luogo dove avvenivano le rivolte.
Sulle sue scalinate sono state uccise migliaia i persone ed è stato anche il luogo simbolo dove si svolgevano le esecuzioni capitali.

È stato però anche luogo di feste e divertimenti, come i festival realizzati per la circoncisione del Sehzade, ossia del principe ereditiero, che duravano 40 giorni e 40 notti (le feste, non la circoncisione, eh?).

Oggi dell'antico Ippodromo rimane ben poco: l’Obelisco di Teodosio (Dikiltas), la Colonna Serpentina (Yilanli) e la Colonna Intrecciata (Örme Sütun).
(l'Obelisco e la Colonna Serpentina si intravedono nella foto sopra)

I tre obelischi potete guardarli anche di sfuggita, ma qualcosa relativamente alla loro storia merita di essere qui menzionato:

L'Obelisco di Teodosio fu portato dall'Egitto ad Istanbul dall'imperatore romano Teodosio (vabbe', fin qui è facile). Pare che in origine fosse alto più del doppio (!!!) e che per trasportarlo dovettero sacrificarne un pezzo enorme (sigh!)
Anche per erigerlo, ovviamente, furono fatti enormi sforzi e ci impiegarono dei mesi.
Pare che ad opera completata (390) Teodosio fece raffigurare, sulla base quadrata che lo sostiene, il momento dell’innalzamento inisieme ad altri bassorilievi che hanno come soggetto emozionanti gare di cavalli all’Ippodromo, le guerre di Teodosio e la sua vita (qui alcuni particolari)

Vi prometto che se un giorno farò un obelisco, sulla base farò scolpire il passo passo della mia Torta Operà... :))))

Altra curiosità: pare che le scritte presenti indussero gli Ottomani a pensare che servissero a scacciare gli spiriti maligni (come non si sa...). Solo nel XVIII secolo i geroglifici furono tradotti portando alla scoperta che l'obelisco apparteneva nientepopodimeno che al Faraone Egiziano Tutmosi III, vissuto intorno al 1550 a.C. (sì, avete letto bene: 'sto pezzo di pietra ha più di 3500 anni!!!)

La Colonna Intrecciata è costituita da una serie di intrecci (appunto) di varie pietre. Pare che la parte superiore fosse sormontata da una sfera di bronzo sulla cui superficie erano raffigurati episodi di varie battaglie. Il bronzo, come spesso accadde in passato, fu poi asportato, fuso e utilizzato per costruire armi, in questo caso per difendersi dall'invasione dei Latini (1204-1261).

Sorte inversa per la Colonna Serpentina, che fu costruita sciogliendo armi, corazze e altri oggetti presi come bottino di guerra contro i Persiani. Ma erano altri tempi (V secolo a.C!).

In fondo all'Ippodromo di trova la Fontana Tedesca, donata all’Imperatore Ottomano da Guglielmo II, Kaiser Tedesco all'epoca dell'Imperatore Francesco Giuseppe (vi ricordate di lui? Ne parlai nella ricetta del kaiserschmarrn).
Nota bene: l’interno della cupola è totalmente placcata d’oro!
(vi giuro che è così, anche se nella foto si intuisce appena)


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A questo punto il nostro itinerario prevede una visita nella parte più meridionale del quartiere per visitare (almeno da fuori) l' Haseki Hurren Hamami (vi ricordate di Roxelana? Questo era il suo Hamami), la Piccola Santa Sofia, un vero gioiellino al di fuori del circuito turistico, e la Moschea Sokollu (Mehmet Pasha), di cui manco wikipedia dà informazioni...quasi quasi le inserisco io! :)))
A voi posso anticiparvi che oltre ad essere una Moschea, è anche una scuola coranica. ;)

Moschea Sokollu - Cortile

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La sera sarete cotti.
Vi consiglio una cenetta all'ultimo piano dell'Hotel Adamar (Yerebatan Caddesi 47, la stessa via della Basilica Cisterna). Prezzi contenuti, vista mozzafiato:


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Secondo giorno

Dopo la "maratona" del primo giorno, ci dedicheremo oggi alla parte nord di Sultanahmet e ai due suoi più famosi bazar (ricordatevi che la domenica sono chiusi).



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Inizierei dalla Stazione dei Treni di Sirkeci, all'interno della quale si trova il Museo dell'Orient Express (museo che non sono riuscito a visitare, nel caso mi racconterete voi!).

Da qui dirigetevi direttamente verso il Ponte di Galata, fermandovi nell'enorme piazza che vi troverete davanti.

Delle Moschee ormai sapete tutto, quindi sono sicuro che quelle che vedremo oggi le apprezzerete ancor di più, a cominciare dalla la cosiddetta Moschea Nuova (Yeni Camii), che merita sicuramente una bella visita.


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Pensate che la costruzione di questa Moschea venne terminata nel 1663, dopo ben 66 anni di lavori! (record di durata che ha resistito per ben 4 secoli e superato solo dalla costruzione della metropolitana di Roma!)

Uscendo dalla Moschea vi troverete direttamente nel külliye, ossia quel complesso di costruzioni ad essa adiacenti.
Qui c'è anche una delle entrate del Bazar delle Spezie (Mısır Çarşısı), altrimenti noto come Bazar Egiziano.
In questo Bazar, infatti, venivano venduti i prodotti provenienti dall’Egitto; oggi vengono vendute spezie di ogni tipo ed è uno dei luoghi più turistici di Istanbul.
Merita la visita, ma non vi illudete più di tanto: quello che troverete qui lo potete trovare praticamente in qualsiasi mercato multietnico. ;)

Quella che invece dovete assolutamente vedere Moschea di Rustem (Rustem Pasha Camisi) , una delle Moschee più belle di Istanbul.


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La noterete subito dalla Piazza davanti al Ponte di Galata, ma per visitarla dovrete inoltrarvi dentro delle strette stradine fino a trovare un cartello che vi indichi l'entrata. Se non lo doveste trovare, basta che fate la "faccia a punto interrogativo" e tutti gli autoctoni saranno pronti ad indicarvela al suono di "Moschì-Moschì" (Moschea, appunto).

Per accedervi occorre salire una serie di scale.
Questa Moschea, infatti, è realizzata su un piano rialzato che domina il panorama di Istanbul.
Gli interni sono abbelliti dalle più belle ceramiche di Iznik (sì, ricordate bene: le stesse della Moschea Blu)


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Ormai sarete pratici di Moschee e non vi sarà difficile riconoscere anche qui il il Mirhab e il Minbar

Manco a farlo apposta anche questa Moschea fu progettata dal grande Architetto Mimar Sinan (ve ne ho parlato qui), dedicata al Gran Visir Rusten Pasha (sì, proprio lui, quello che si sposò con Mihrimah, la stessa per cui proprio Sinan perse la testa dedicandole ben due Moschee, figlia di Roxelana e Solimano, capito che intrecci?!?!? Manco Biutiful! Comunque se volete rinfrescarvi la memoria li ho ampiamente raccontati nel post precedente).

Ma riprendiamo il nostro giro.
A questo punto vi suggerisco una sosta per mangiare.
Tornate nella Piazza davanti il Ponte di Galata e deliziatevi con un panino con dentro il pesce grigliato, non ve ne pentirete!
Se invece preferite star seduti comodi, sotto il Ponte di Galata ci sono decine di ristoranti; anche se turistici non si mangia male, i prezzi sono molto contenuti (es. un'orata ai ferri meno di 10€) e si puo' godere di una vista piacevole.

Ponte di Galata con pescatori (sopra) e ristoranti (sotto)

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Un consiglio: non mangiate troppo, perché il pomeriggio è lungo ed è meglio non avere la pancia piena!

Andremo alla Moschea del Solimano i cui dettagli e storia (affascinante) ve li ho raccontati qui.

La visita vi porterà via tempo ed enerigie.
Per riprendervi consiglio un Hammam, precisamente l'Hammam del Solimano, uno dei pochi ad Istanbul in cui è possibile farlo in coppia (di solito uomini e donne li tengono separati).

L'esperienza, che consiste in una sauna su dei marmi e un massaggio completo con sapone e risciacquo finale, dura un po' più di un'ora e vi rimetterà in piena forma!

Al termine sarete completamente rilassati, pronti per andare a visitare il Gran Bazar (Büyük Çarşı).

Tappa obbligata per i turisti, il Gran Bazar si presenta come un immenso mercato coperto (Büyük Çarşı significa proprio questo), formato da più di 3000 negozi, uno a fianco all'altro, che vendono davvero di tutto, dai gioielli alle copertine dei cellulari.
È bello girare tra le decine di viuzze che lo racchiudono, in una mescolanza di colori, suoni, volti, odori, perdendosi e ritrovandosi.
Indubbiamente negli ultimi decenni ha perso gran parte del fascino che lo ha caratterizzato per dei secoli; l'impronta prevalentemente turistica ormai si impone su tutto il resto.

Personalmente posso dire che è una delle cose che mi ha meno emozionato di Istanbul, anche se consiglio comunque di andarci ;)


Terzo giorno

Oggi vederemo la parte più moderna di Istanbul, da Kabatas a Karakoy e Beyoglu:


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E poi faremo una gita in un luogo molto particolare, Eyup.

Cominciamo dal Complesso del Dolmabahce, (fuori mappa, ma si trova immediatamente a nord dell'omonima Moschea); sono tre sontuosi edifici, residenza, sala cerimoniale e harem, fatti costruire dal Sultano Abdul Mejid I tra il 1843 e il 1856 con lo scopo di emulare le principali regge europee dell'epoca, in un misto tra barocco e architettutura tradizionale ottomana.
A seconda dei gusti e della situazione tutto ciò potrà apparirvi o di meravigliosa bellezza o di svenevole kitsch.


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E pensare che dopo la costruzione di questo Palazzo i Sultani hanno abbandonato Topkapi; e lo stesso creatore della Moderna Repubblica Turca, Mustafa Kemal Atatürk, di cui parleremo nel prossimo post, ha vissuto gli ultimi anni della sua vita in questa reggia.

Usciti dal Palazzo vale la pena dare un'occhiata alla Moschea Dolmabahce, costruita sempre nello stesso periodo; anche qui l'influenza dell'architetettura europea si è fatta sentire (basti guardare la torre con l'orologio, una assoluta novità per le Moschee!!!)

Dopo la Moschea Dolmabahce dirigiamoci adesso verso la piazza più famosa dell'Istanbul moderna: Piazza Taksim.
Per arrivarci consiglio la metro che collega Kabatas a Beyoğlu, una delle metro più antiche del mondo e anche più brevi: tempo di percorrenza 110 secondi (!), tutti in ripida salita (o in discesa, a seconda dei punti di vista!).

Il nome della piazza, che significa divisione (la ripartizione dell’acqua portata in città avveniva proprio qui), purtroppo oggi è legato agli scontri che ci sono stati negli ultimi tempi in occasione di varie manifestazioni di protesta. ...in fondo anche le proteste rappresentano una sorta di divisione (di pensiero più che di acque...).

A Piazza Taksim la vita non si ferma mai. A tutte le ore del giorno e della notte troverete sempre una gran folla. Percorretela in lungo e in largo prima di addentrarvi nella via princiaple di tutto il quartiere: İstiklal Caddesi

Questa via, sempre affollatissima, è la via dei negozi e dei tipici carrettini rossi che vendono cibo.


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E sapete cosa va per la maggiore?


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Sì, avete visto bene: pannocchie e castagne!!! :))))

Lungo İstiklal Caddesi incontrerete spesso un tram rosso, con appese sempre un po' di persone, la cui linea venne realizzata verso la fine del XIX secolo per collegare Karaköy e Beyoğlu rendendo il viaggio più piacevole (e meno faticoso!).
Ovviamente adesso, anche se utilizzato pure dagli abitanti di Istanbul, è diventato soprattutto un'attrazione turistica!


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Continuando la vostra discesa non mancate di visitare l' Hotel Pera Palas, posto circa a metà strada, sulla destra, a due isolati di distanza dalla via principale.

Edificato a fine '800 per ospitare i passeggeri dell'Orient Express, qui praticamente hanno soggiornato un po' tutti i personaggi famosi in transito da Istanbul; da Pierre Loti (di cui tra poco parleremo) ad Ernest Hemingway; dall'imperatore d'Austria-Ungheria Francesco Giuseppe (sì, quello del Kaiserschmarrn), ad Alfred Hitchcock; da Jacqueline Kennedy Onassis ad Agatha Christie, che nella camera 411 scrisse buona parte del libro Assassinio sull'Orient Express (appunto!).

Tornando a percorrere İstiklal Caddesi non perdetevi i vari "passagggi", tra cui Halep Pasajı,Cicek Pasaji e Halep Pasaji.


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Sempre lungo questa via troverete Aya Triada Ermeni Katolik Kilisesi, la chiesa Cattolica più grande di Istanbul.

A questo punto altro non vi rimane che scendere verso il Bosforo, fino ad incontrare la piazzetta dove si erge la Torre di Galata


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Costruita dai Genovesi per controllare l'arrivo delle navi (sia amiche sia nemiche), oggi è usata dai turisti per godere una delle viste più suggestive della città storica, specialmente al tramonto quando l'ombra del cielo rossiccio inizia a coprire Sultanahmet.

Continuando a scendere tornerete all'imbocco del Ponte di Galata.
Questa zona (Karakoy) è stato il porto commerciale più importante della città sotto tutti gli imperi ed è stato quindi il luogo dove si sono sviluppate le maggiori attività commerciali.

Da qui suggerisco una passeggiata sul lato destro (quindi con il Bosforo alla vostra sinistra) per fare il tratto meno battuto dai turisti.


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Noterete il netto contrasto tra le misere botteghe di artigiani vari (a me hanno ricordato molto i film su Roma di Pasolini) e le modernità immediatamente a ridosso.


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A questo punto torniamo indietro lungo il Bosforo fino ad arrivare alla Yeraltı Camii una Moschea che si trova sulla via Kemankeş Caddesi. Nel suo sotterraneo si trovava la catena che collegava Galata a Sarayburn, sull'altra sponda del Bosforo. Questa catena veniva prontamente tirata su e tesa per impedire l'accesso ad Istanbul all'arrivo di navi nemiche; pensate 600 metri di catena!!!! Non oso pensare a quali sistemi avessero architettato per eseguire tale operazione! Ricordo ancora il giorno in cui a momenti mi slogai un polso per tirar mezzo metro di catena del motorino!!!

Usciti dalla Moschea dirigetevi alla fermata del traghetto per Eyup, che come vedremo è il luogo più sacro per i Musulmani di Istanbul.
Il tragitto dura circa mezzora, per cui potete approfittarne per riposarvi e per godervi il panorama della città direttamente dal Bosforo.


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Una volta giunti a destinazione vi troverete davanti la Moschea di Eyup Sultan, luogo sacro a tutti gli islamici, il terzo al mondo dopo la Mecca e Gerusalemme.
La storia ci narra che il Sultano Eyup, portabandiera del profeta Maometto, morì qui durante il primo assedio di Costantinopoli da parte degli Arabi (669).
Pare poi che il Sultano Maometto II (il Conquistatore, Fatih) all'epoca del grande assedio (sempre quello del 1453, ormai la data l'aveta imparata a memoria!) una notte vide in sogno il luogo esatto dove fu sepolto Eyup. Svagliatosi di botto, acchiappò una pala, scavò e trovo delle ossa. Così il Sultano vi fece costruire un mausoleo, una moschea monumentale e il primo külliye di Istanbul (se mi avete seguito fin qui ormai dovreste sapere tutti cos'è il külliye).
Fu così che in breve tempo questo luogo diventò meta di pellegrinaggi e luogo di venerazione.

Dopo la Moschea dovete assolutamente salire sulla collina di fronte, fino ad arrivare al Caffé Pierre Loti, da cui potete ammirare uno dei panorami più suggestivi della città.


(Fai click sulla foto per ingrandirla)
Ma chi era Pierre Loti e come mai un bar di Istanbul porta il suo nome?

Anche qui c'è di mezzo una donna, Aziyadè, guarda caso un'odalisca, per la quale Pierre perse la testa (questa volta solo in senso metaforico, meglio precisare!). Insieme vissero la più classica delle storie d'amore e quando Pierre se ne dovette partire, lei con i propri gioielli gli confezionò un anello meraviglioso.
Qualche anno dopo Loti torna ad Istanbul ma nel frattempo Aziyadè era morta, ovviamente di dolore!
E così il nostro amico iniziò a scrivere un romanzo (Aziyadè, appunto!) proprio seduto ai tavolini di questo caffé, che inevitabilmente prese il suo nome.
Pare addirittura che Pierre fosse solito urlare il nome della sua amata più volte durante le sue permanenze al bar, tanto forte che l'urlo si sentiva fino all'altra sponda.
Il romanzo, ha detta di qualcuno, è una delle più belle storie d'amore mai scritte.


Voi, intanto, godetevi il panorama, comodamente seduti in uno dei tanti bar, una bevanda fresca costa 5 lire (meno di 2€), se po' ffa', e se per caso doveste sentire il nome di Aziyadè urlato da qualche francese, fate finta di niente! :)))


È tempo di tornare verso la base, ma non prima di aver visto altre due moschee che si incontrano lungo la strada del rientro.

La prima, Defterdar Mehmet Efendi Camii, ha una particolarità: sul minareto, anziché trovare la mezzaluna (simbolo dell'Islam così come per i Cristiani è la croce) si trova l'hokka (bastoncino che conteneva l’inchiostro) e la matita, che sono i due elementi che rappresentavano l’illuminazione e l’evoluzione dell'uomo.

L'altra Moschea si trova più verso l'interno. La si raggiunge costeggiando le mura fino ad arrivare nel punto più alto.

Si tratta della Moschea Mihrimah, sì proprio quella che l'Architetto Sinan (ricordate?) dedicò a Mihrimah, la figlia di Roxelana e Solimano. Questa Moschea è ricca di significati e simbolismi. Ne parlammo ampiamente qui, dove troverete anche un po' di foto.


Ecco.
Il nostro giro di 3 giorni è finito.

Ovviamente si potrebbe parlare ancora ore e ore di questa meravigliosa città, ma credo di averne dette già troppe.
Spero di non avervi annoiato.

Nel prossimo post visiteremo una Istanbul diversa, sconosciuta alla maggior parte dei turisti ma per questo non meno bella o affascinante.
Ci sarete?
Vi aspetto! :))))


Come sempre vi saluto con il foto-filmato del viaggio.



Ciao e alla Prossima

Lo Ziopiero


Gli altri post su Istanbul:
Prima parte - Informazioni Generali
Seconda Parte - Le Moschee
Quarta Parte - Dove non vanno i turisti

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