AlessandraAiro

SULLA STRADA


C’ è un istante preciso in cui la percepisco. Nitidamente. La mancanza di aria. Ogni volta che mi ritrovo in macchina, nel traffico di questa città che da brava femmina è in grado con la stessa nonchalance di regalare grandi presenze ma anche di farti conoscere il peso efferato di una mancanza – ecco, ogni volta che mi ritrovo in quel traffico a suonare il clacson – in maniera nervosa a tratti isterica – per guadagnare pochi centimetri di asfalto. Per sollecitare il mio vicino a correre – dove e soprattutto verso cosa poi non saprei dirlo. Per superare qualcosa che di certo non è un mio limite ma nella migliore delle ipotesi è un blocco della Nomentana. Per arrivare prima io che sono una ritardataria cronica, l’ultima ad ogni cena per intenderci, e prima non lo sono mai stata, in nulla. - Ognuna di quelle volte – la percepisco. Ad ognuna di quelle volte segue un istante, in cui la percepisco nitidamente. Quella mancanza d’aria. Perché in realtà in quel momento è a me che sto suonando. Non al semaforo. Al ciclista. Al pedone. Al mio vicino che forse a guardarlo bene è anche carino. Solo a me: per ...
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