gestione degli stati d'ansia (lo sto facendo malissimo!)


Neanche mi ricordo l'ultima volta che ho fatto le analisi. Giuro.
Prendetemi pure per pazza, o per un'incosciente. Io sono la prova vivente che la malasanità (termine da prendere con le pinze) comincia da se stessi e dalla cura che ognuno ha del proprio organismo.
Un mese fa mia sorella mi dice "Se vai dal dottore mi segni le analisi?" e mamma le fa eco "Allora segnale anche per me...e già che ci sei,scusa, perché non le segni anche per te? Scommetto che neanche ti ricorderai l'ultima volta che le hai fatte". Appunto. Dopodiché è successo tutto così velocemente che neanche me ne sono resa conto, almeno fino a ieri pomeriggio quando hanno concordato (loro, cioè la mia genitrice e quella col mio stesso corredo genetico) che saremmo andate a fare il prelievo stamattina. Ieri sera sono uscita urlando "Io stasera mi ubriaco così ciao, ciao analisi!!!". Già ridevano, figuriamoci. Ho anche pensato che in questi giorni mi sarebbe dovuto arrivare il ciclo, quindi ho sperato per tutta la notte di svegliarmi e averne conferma...invece niente!!! Maledetto tempismo*.
Dopo aver dormito neanche quattro ore, e male, perché il pensiero dell'ago che si infilava nel braccio mi ha rovinato il sonno, la sveglia suona alle 6.30. Mi ci è voluta mezz'ora per mettermi in piedi, e non per la stanchezza, ma perché sapevo che alzandomi dal letto avrei dato il via a questa giornata, e alla tortura che mi aspettava. Già piagnucolavo, ma per me è ordinaria amministrazione, mi succede ogni volta che devo affrontare qualcosa che mi agita, spaventa, o che non conosco. Anche il giorno della discussione della tesi ho passato la mattina alternando pianti e risate isterici. Ma questo è solo un cavolo di prelievo di sangue! Rigorosamente a stomaco vuoto, alle 7.30 siamo in ospedale. Paghiamo il ticket, prendiamo i numeretti: 51, 52 e 53. A quanto stanno? 26. No dai. Come se lo stomaco brontolante, la sveglia all'alba e il terrore di base non bastassero, ad aggiungersi alle varie cause del mio imminente crollo nervoso ci sono anche il pianto di un bambino che sembra discendere direttamente dalle scimmie urlatrici, la risata idiota di una tizia idiota seduta di fronte a me, che ride per motivi...idioti! E i 27 numeretti che mi separano dal patibolo. DUE ore di attesa. Il mio cervello ormai non recepisce più nessuno stimolo (tranne quello della fame!). Scatta il numeretto, inizio a ridacchiare, neanche tre secondi, ecco i lacrimoni. Entro, vedo l'infermiera, sembra gentile, saluto, sorrido e inizio a balbettare "Non so se rischio di svenire, cioè non so se mi succederà, però bo...è che sono anni che non lo faccio!Ho un po' paura a dirla tutta, no veramente è proprio tanta! Ma non dovrei, giusto?Perché non fa niente, vero?Voglio dire, è solo un puntino! Neanche i bambini hanno paura.". L'infermiera mi guarda come si guarda un cucciolo abbandonato sotto la pioggia. È gentilissima, mi saluta sorridendo bonariamente e mentre abbassa il lettino mi rassicura "Non sverrai, tranquilla, ma per sicurezza lo tiriamo giù.".
Addio, mondo crudele.
Mi giro dall'altra parte e chiudo gli occhi, se deve succedere non voglio essere...presente. Lei pensa subito al peggio e inizia a chiamarmi "Cristina, ehi...Cri...ci sei?". Sì, cavolo, certo che ci sono, ma vorrei proprio non esserci. Essere che ne so...a Bora Bora, sdraiata su un letti......Tac!
Sento l'aghino (è veramente minuscolo, questo devo ammetterlo, anche se non l'ho visto benissimo!) che viene sfilato dal braccio e l'unica cosa che riesco a dire è "Oddio, sto male". L'infermiera, sempre più gentile, mi risponde che "No tesoro, abbiamo fatto, quindi ora starai più che bene!" e sorride. Beata lei.
Tralascio sui ringraziamenti vari e sugli sguardi delle persone in attesa lì fuori, che erano a conoscenza di tutta la storia visto che prima di entrare non mi ero trattenuta dal chiarire ad alta voce il mio pensiero poco favorevole. Per come mi guardano penso che stia per scattare l?applauso. Effettivamente mi meritavo una medaglia, una targhetta, insomma un riconoscimento! Dopotutto mi sono sottoposta a quella che io considero una tortura, l'ho fatto non spontaneamente e l'ho anche...superata. Forse "superata" non è proprio la parola più adatta.

Una consolazione però me la sono presa, e neanche tanto magra vista la quantità di crema che conteneva!! Ho trascinato le mie compagne d'avventura nella pasticceria più buona del circondario e mi sono pappata un bel bombolone alla crema e un cappuccino super cremoso.

* Parlando di tempismo, vorrei far presente a voi cari lettori un piccolo particolare: una volta tornate a casa, mi sono resa conto che il ciclo era arrivato. Puntuale come un orologio svizzero. Maledetto tempismo.

Ho passato il resto della giornata a contorcermi dai dolori, che ancora adesso non sono finiti. Non ho recuperato neanche un'ora di sonno. Sono un cerotto. Me tapina!


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