Il compromesso dell’orsacchiotto


Lello Arena e Massimo Troisi

Vince’, io mi uccido.
No, non voglio pietà, non voglio compassione … Io mi uccido … Meglio un giorno da leone … Vince’… Eh? Insomma … Meglio cento giorni da pecora? Meglio un giorno da leone, no?

“Sì. No … Tonino … Ma che ne saccio io… A pecora e u leone… Fai cinquanta giorni da orsacchiotto… Almeno stai in miezzo e non fai a figura i m***a da’ pecora … e nemmeno u leone ca però campa nu jornu, che t’aggia a dicere…”

Dialogo fra Tonino (Lello Arena) e Vincenzo (Massimo Troisi) dal film Scusate il ritardo, 1983, seconda regia di Troisi a due anni di distanza dal felice esordio con Ricomincio da tre.
Una pellicola che, pur potendo apparire di primo acchito meno brillante e coinvolgente rispetto alla citata opera prima, delinea, con modalità più sicure ed un maggiore senso di compiutezza, le tematiche proprie dell’autore, tra autobiografia, introspezione e minimalismo.


Archiviato in:Cinema, I pensieri del weekend, Pensieri e parole Tagged: autobiografia, introspezione, Lello Arena, leone, Massimo Troisi, minimalismo, Napoli, orsacchiotto, pecora, Ricomincio da tre, Scusate il ritardo, umorismo
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