I Birikini collezione Autunno Inverno ’14-’15: Ki ancora SI STUPISCE
Ki ancora SI STUPISCE
Leggiamo per noia. Per curiosità, per scappare dalla vita che facciamo, per guardarla in faccia, per sapere, per dimenticare, per addomesticare i mostri fra la testa e il cuore, per liberarli. ”
(Chiara Gamberale – Per dieci minuti)
Per stupirci, sempre. E non smettere mai di meravigliarci. Quando osiamo chiedere qualcosa e quando qualcuno ci risponde. Conservando il garbo discreto della meraviglia perché è lì che si nasconde la differenza tra chi si è già annoiato – della vita e di se stesso – e chi non lo farà mai. Con l’ardire di essere felici – sfacciatamente felici – o almeno di correre il rischio di esserlo. Capitolando, come un bambino che scopre la meraviglia con gli occhi della novità, di fronte alle cose semplici, disarmanti, quelle che piovono dal cielo come un arcobaleno dopo il temporale. Con calma, perché la fretta non ha mai trovato spazio in una poesia. A Parigi, perché Parigi è sempre una buona idea. Soli senza mai sentirsi soli per davvero. Capelli scompigliati e gli occhi sempre gonfi per il troppo sonno. Quando ci perdiamo e quando ci ritroviamo più forti di prima. In una stazione o in un aeroporto sempre troppo lontano eppure incredibilmente vicino. Con le scarpe in mano in quelle notti a cui è impossibile porre la parola fine. Affamate e poi sazie e di nuovo affamate di cose nuove. Di segreti. E ricordi. E stupore. Un mucchio di sogni accatastati come maglioni in un armadio. Nemmeno troppo ordinati. Perché sono mille cose. E anche qualcuna in più. E una di queste oggi è qui, con la collezione Autunno – Inverno ’14-’15 de I Birikini, una collezione che fa delle emozioni e della capacità di condividerle con il chi ci sta intorno la sua caratteristica. Il titolo di questo post nasce infatti dalla coincidenza tra la mia attitudine nei confronti della vita e quella de I Birikini, e per parlarvene ho scelto una frase ed un’emozione che mi rispecchiano molto: “ki ancora si stupisce“. Perchè io sono questo, e molto altro.
E perchè la felicità per me non ha le sembianze di una fiamma che brucia impavida in pochi attimi ma si costruisce piano, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone. E’ fatta di piccole cose, è una danza di petali di rosa nel vento, è il profumo del caffè al mattino, bastano le note di una canzone, le sensazioni di un libro, i colori di un fiore, per sentire la felicità. Vera. E capisci che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, di piccole sensazioni che allargano il cuore senza che quasi te ne accorga, impari che le stelle ti possono commuovere e che sederti a leggere all’ombra di un albero rilassa e libera la mente. E che l’amore è fatto di sensazioni delicate, di presenze vicine anche se lontane, e impari che il tempo si dilata e che 5 minuti possono essere più preziosi e lunghi di tante ore. Crescendo ho imparato che essere felici significa essere semplici e veri, senza dimenticarsi mai di quel piccolo cassetto del cuore in cui custodiamo sogni piccoli ma preziosi. Un po’ come la mia borsa Biribag: un piccolo, elegante microcosmo nei colori della terra su cui si inserisce, discreto, un frizzante motivo animalier nei toni del verde. Classico e moderno al tempo stesso, perché sono i contrasti che ci rendono strepitose. Un po’ come le emozioni, quelle che ci inchiodano alle pagine di un libro di cui noi sole conosciamo le pagine. E la bellezza. Le note di una canzone, quella che ci fa ballare a piedi nudi in salotto con il cuore colmo di gioia e gli occhi chiusi, felici di avere così tante emozioni da raccontare. La bellezza delle sfumature, sempre. Dell’animalier, del nero, della consapevolezza che è solo questione di punti di vista, istanti catturati per caso da occhi forse imperfetti ma per questo ancora più veri. Per chi, come me, non sa sempre quale strada percorrere ma sa che vuole stupirsi. Ancora.
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