Allora sig. Fiorino, mi diceva che è ormai prossimo a festeggiare le nozze d’oro, un traguardo certo importante, che arriva a distanza di circa sei anni da un altro rilevante anniversario, coincidente nel fluire temporale, quello relativo alla sua carriera.
Cosa hanno rappresentato per lei in tale lasso di tempo, certo denso di mutazioni nell’ambito sociale e del costume, il rapporto di coppia, la famiglia e quanto hanno influito nell’ambito della sua attività artistica?
Paolo Fiorino
“Sì, il prossimo 30 dicembre ricorreranno cinquant’anni di matrimonio …
Certo non è stato facile conciliare gli affetti familiari con il lavoro dell’attore, i mutamenti sociali e di costume da lei accennati vi sono stati e numerosi, in particolare fra gli anni ’50 e ’70, per non parlare dei vari eventi scandalistici che puntualmente caratterizzano il mondo dello spettacolo, spesso a scopo pubblicitario, ma per quanto mi riguarda ne sono stato sempre alla larga.
Le faccio un esempio forse banale, ma se un amico o un collega mi chiama alle 9 di sera per invitarmi alle solite feste dico che ho già un impegno e alle 10 vado a dormire … Ho voluto mettere in atto delle scelte ben precise, in particolare riguardo il teatro, che mi ha sempre affascinato: l’esperienza teatrale può garantire il grande successo ma ti rende anche girovago portandoti lontano dalla famiglia, che come lei ben sa ho sempre scelto di collocare al primo posto: mia moglie, i nostri figli ed ora i nipoti…”
Parliamo del suo recente impegno cinematografico, ancora una volta è stato chiamato da Pupi Avati sul set, per il suo nuovo film Un ragazzo d’oro (in uscita il prossimo 18 settembre), che vede nel cast Sharon Stone, Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi e Giovanna Ralli. Ecco, mi soffermerei in particolare su quest’ultima attrice, con la quale, se non ricordo male, ha girato un film, fra le migliori interpreti del nostro cinema, ma negli ultimi tempi, tranne qualche felice eccezione (Il pranzo della domenica, Immaturi), forse un po’ trascurata, almeno rimanendo nell’ambito del grande schermo.
Paolo Fiorino e Pupi Avati
“Ricorda bene, ho conosciuto Giovanna Ralli sul set del film Le cameriere di Carlo Ludovico Bragaglia, nel 1959… Rivedersi ora a distanza di tempo, nuovamente sulla scena insieme … Sì, è stato un incontro molto emozionante per ambedue, poi quando ho tirato fuori dal mio archivio fotografico una foto di scena del film citato, lei mi ha abbracciato dicendomi te l’avevo detto che avresti fatto una grande carriera. Certo, concordo, una delle nostre migliori interpreti, ma che vuole, forse non tutti i registi sono come Pupi Avati, che riescono a valorizzare e dare spazio anche ad attori provenienti da trascorse ma sempre rilevanti esperienze cinematografiche, offrendo ruoli a loro consoni, mettendo da parte le scelte del casting”.
Classica domanda finale, che le rivolgo con sincero interesse, considerando la sua attività sempre alla ricerca di nuovi stimoli: progetti per il futuro?