Bloglover

Polonia, 1

5.02: Mi sveglio di colpo in un bagno di sudore. Non ho fatto la valigia!

5.03: Cazzocazzocazzocazzo.

5.04: Il gatto intuisce la mia disperazione e reclama a gran voce crocchini.

5.05: Giaccio sconfortata. Il gatto mi cammina sui bulbi oculari.

5.10: Ah ma no, oggi è domenica.

5.11: A posto.

5.12: Vabe’, non sono neanche tanto stanca. Dormo ancora una mezz’ora giusto per stare sicura e poi mi alzo e inizio a fare tutto.

10.19: Mi sveglio di colpo con il collo completamente bloccato dal sudore freddo di prima.

10.20: Mi districo con poca convinzione da quella che ieri sera mi era sembrata una quantità assolutamente sensata di coperte, coperte che nella notte sono migrate in blocco all’altezza delle anche.

10:21: Il gatto intuisce l’imminenza della mia paralisi completa e reclama a gran voce crocchini.

10.22: Mi trascino verso il succo di mirtillo.

10.23: Do i crocchini al gatto.

10.24: Il gatto intuisce il mio stato d’animo arrendevole e, quasi strozzandosi con la bocca piena di crocchini, reclama a gran voce crocchini.

10.25: Faccio colazione con una fetta di pizza di ieri l’altro.

10.26: E due biscotti.

10.27: E un cucchiaio di residuo di salsa allo yogurt per il salmone marinato, così posso mettere a lavare la ciotolina.

10.28: Stacco il gatto dalle tende.

10.29: Il gatto intuisce i germi del senso di colpa causato dall’idea di lasciarlo sei giorni a mio fratello e reclama a gran voce crocchini.

10.30: Ha senso che io mi porti in Polonia questi nuovi pantaloni verdi attillatissimi?

10.31: Sono carini, ma sono fatti di cotone misto nulla.

10.32: Quindi peseranno poco o niente.

10.33: Vedremo.

10.34: Forse posso indossarli sull’aereo sotto un altro paio un po’ più largo.

10.35: Pensandoci bene, con un po’ di pratica potrei arrivare a indossare contemporaneamente tutti i vestiti che mi servono per stare via.

10.36: Alessandro già lo fa.

10.37: Su base quotidiana, intendo.

10.38: («Ah, vai a casa? Ti devo ridare la tua maglia?» «Tranquilla, tienila, tienila. Ne ho su altre due. »)

10.39: Due paia di pantaloni sovrapposti mi inibiscono l’articolazione del ginocchio.

10.40: Certo, potrei saltellare.

10.41: Devo pensarci su meglio.

10.42: Stivaletti, scarpe da ginnastica o manuale di Europeo? Cosa metto in valigia?

10.43: Mi serve la bilancia della pasta.

10.44: Metto il gatto sulla bilancia. Tre chili e tre.

10.45: Il gatto, intuendosi deperito, reclama a gran voce crocchini.

10.46: Torno a letto dieci minuti per riflettere.

10.47: Allora, le lenti a contatto. I soldi. Mutande.

10.48: Mascara.

10.49: Un pile.

10.50: Due pile.

10.51: I pantaloni di pile li fanno?

10.52: Potrei sovrapporli a quelli verdi.

10.53: Quella maglia che mi ha dato mio padre casomai mi capitasse di scalare l’Annapurna.

10.54: Guanti.

10.55: Cappello.

10.56: Paio il signor Ferrini.

10.57: Una tutina intera di seta blu scuro tipo Diabolik.

10.58: Pratica, casomai una avesse in programma di fare pipì, basta denudarsi completamente.

10.59: Sciarpa.

11.00: Medicinali a casaccio.

11.01: Per uso personale, o eventualmente per il baratto in loco.

11.02: Prendo due di tutto.

11.03: Vediamo se riesco a farmi un cartoccetto di sciroppo della tosse.

11.04: Mio nonno è preoccupato perché ha sentito che gli ospedali russi sono in uno stato d’emergenza a causa del freddo. Che c’era dieci giorni fa. In Russia, appunto.

11.05: «Mi raccomando, portati la tachipirina», mi ha preso da parte per dirmi.

11.06: La tachipirina non ce l’abbiamo, però ecco del vermifugo di quando Kurt Cobain stava ancora benone.

11.07: Calzini.

11.08: Calze di nylon.

11.09: Da mettermi addosso, non per intortare le ragazze.

11.10: A questo proposito, una biro.

11.11: Magliette.

11.13: Quante magliette? Quali?

11.13: Il gatto intuisce la propria perdita di centralità nei miei pensieri, si lancia contro la maglia dell’Annapurna che sto provando, mi graffia e reclama a gran voce crocchini.

11.14: Forse dovrei mettermi una canottiera. Il mio dna mitocondriale sta sussurrando canottiera da quando mi sono svegliata.

11.15: Ma le canottiere non sono compatibili con la maglia che mi ha dato mio padre, che va portata a pelle.

11.16: Inoltre in questa casa abbiamo solo canottiere di tulle elaborato genere bordello francese.

11.17: E NON VOGLIO SAPERE PERCHÉ.

11.18: Mi provo una canottiera di tulle elaborato sopra la maglia a maniche lunghe dell’Annapurna.

11.19: Rido da sola.

11.20: Rido da sola per cinque minuti.

11:21: Il gatto intuisce la degenerazione progressiva delle mie funzioni neurologiche e reclama a gran voce crocchini.

11:22: Mi tolgo la canottiera di tulle elaborato.

11.23: In tutto questo, ancora non abbiamo idea di chi ci porterà domattina all’aeroporto. O di quanti saremo. O se dormiremo a Varsavia. O cosa faremo nella notte.

11.24: O come arriveremo a Poznan.

11.25: Dice il Marco che i polacchi ci tengono molto ad aspettare il capodanno in piazza.

11.26: La stessa piazza dove fino a settimana scorsa era allestito il conto alla rovescia per la fine del mondo.

11.27: Il Marco dice anche che fa più caldo che qui.

11.28: Cosa ne deduciamo?

11.29: Lo so io, cosa ne deduciamo.

11.30: Contravvenendo a ogni mia convinzione in merito, vedrò di geolocalizzarmi ogni volta che sarà possibile.

11.31: Per facilitare le ricerche e il rimpatrio delle mie spoglie, intendo.

11.32: Già me li vedo.

11:33: Mia madre in lacrime, mio padre che si sincera che la maglia dell’Annapurna non sia stata asciugata appoggiandola al calorifero, mio fratello che si studia tutorial di nodi alla cravatta per fare bella figura con le autorità, il gatto che intuisce la gravità del momento e reclama a gran voce crocchini.

11:34: Epitaffio «Te l’avevo detto: la canottiera».



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