10.23: ieri notte abbiamo visto The Blair Witch Project.
10.24: (come ripiego rispetto al programma principale della serata).
10.25: (che sarebbe dovuto essere: iniettare anestetico in un dito alla cui unghia mi ero fatta una cosaccia sanguinolenta mentre mi rasavo (radevo?) una zampina).
10.26: (e poi niente, stare a vedere come si sviluppava la cosa).
10.27: (no, tranquilli, un’idea minima ce l’avevamo).
10.28: (il mio amico un giorno diventera’ un dentista).
10.29: (certo, a questo punto, sempre che nessuno nella posizione di decidere della cosa capiti mai da queste parti).
10.30: (purtroppo non avevamo un ago adeguato e quindi niente, mi sono messa un cerotto e abbiamo messo su il dvd)
10.31: messo su il dvd e munito Alessandro del residuo di vodka e catcus, come esperimento sul grado di paurosita’ raggiungibile dal film su un novizio adeguatamente aiutato da un punto di vista alcolico.
10.32: per oggi invece abbiamo un programma AMBIZIOSO.
10:33: (ne approfitterei per salutare mia madre, che legge)
10.34: questo programma AMBIZIOSO, il cui potenziale testosteronico e’ cosi’ alto che sta spuntando la barba pure a me, consiste in: prendere il pullman 93 e recarci al poligono di tiro.
10.35: dove per la modesta cifra di 20 zl., e per nessuna buona ragione al mondo, ci verranno consegnati DEGLI AK-47.
10.36: (ma voi forse vi ricordavate di me come di una giovane donna pacata con una passione per gli uomini esili e un feed twitter pieno zeppo di battute solidali a Piers Morgan minacciato di deportazione)
10.37: (non so che dirvi, sara’ qualcosa nell’acqua)
10.38: (probabilmente la stessa cosa che mi provoca la comparsa spontanea di questi MERAVIGLIOSI RICCIOLI MOLTO ELASTICI, dei quali sono devo dire piuttosto soddisfatta)
12.30: succede una cosa che e’ meglio non scriva, le autorita’ doganali potrebbero negarci il rimpatrio e forse addirittura ritirarci i mandolini.
12.45: mio dio, che vergogna.
14.00: ci mettiamo in cammino.
14.01: AMBIZIOSAMENTE.
14.23: “Voglio documentare tutto.”
14.28: poligono la cui porta e’ aperta.
14.29: anche se, uhm, dentro non c’e’ nessuno.
14.30: pare.
14.31: non sono sicura che varcare questa soglia sia una buona idea.
14.32: tanto per dire, mi pare di aver visto dei fucili in quel portaombrelli la’ in fondo.
14.33: usciamo.
14.34: un po’ delusi.
14.35: ma piacevolmente intatti.
14.36: ah ecco, ci dice il carrozziere qui a fianco che il poligono “non accetta clienti” fino al 15.
14.37: (certo, ce l’ha detto in polacco, quindi l’unica cosa di cui siamo veramente sicuri e’ il numero quindici)
14.38: (e anche li’, fino a un certo punto: abbiamo buone ragioni di ritenere che il Marco non sappia dire “tre”)
14.39: (“buoni ragioni” = tutte le volte che cerchiamo di procurarci tre esemplari di qualcosa ne otteniamo due)
14.40: be’, in ogni caso niente.
14.41: a questo punto tanto vale tornare a casa.
14.42: Alessandro vorrebbe stare nei paraggi ancora una mezz’oretta.
14.43: sia mai che scoppiasse una rivolta zombie, dice.
14.44: quei fucili nei portaombrelli potrebbero farci comodo, aggiunge.
14.52: vabe’, dai, andiamo.
14.53: a piedi, tanto era tutta diritta.
15.22: non solo non abbiamo idea di dove siamo, ma si tratta di un posto in cui ai muri dei capanni la gente appende… cose.
16.25: Come coda anticlimatica, l’atrio assurdamente sfarzoso della clinica odontoiatrica universitaria di Poznan.