Red details & polka dots (The chili cool)

“Ogni città caotica ha bisogno di un’isola di pace così come ogni anima caotica ha bisogno di un luogo di quiete”.

Alle anime caotiche, che sono quelle cui è dato perdersi.

E a tutti i luoghi di quiete. Che come ogni vero luogo non esistono su nessuna mappa.

Perdere, e perdersi. Senza avere fretta di tornare, a casa e sui nostri passi, incerti e traballanti per noi che abbiamo la certezza di saper ballare anche senza musica. Perdere la cognizione delle notti, e dei giorni che seguono, al punto di non essere certi che questo mondo sia grande abbastanza per contenere i sogni, tutti. Perdere. Un rossetto in fondo alla borsa. I capelli dentro al soffice abbraccio di un cappello. Una pioggia di pois sulla tela bianco latte di una camicia. La ragione, e la testa. In quest’ordine. Perché la vera casa di un cuore non è la casa, è un cuore in grado di bastare a se stesso. E chissà come sarebbe andata se qualcuno avesse fatto a pezzi una canzone. Perché tutti ce lo siamo chiesti come sarebbe andata se invece di scappare avessimo avuto il coraggio di restare. E aspettare. Si, anche per noi che ad aspettare non siamo mai state brave. Ma tu te la ricordi, questa vita? Te la ricordi ancora? E’ vita, nulla di più. Momenti imperfetti, in cui perdere l’equilibrio anche a piedi nudi. In cui attendere che torni il silenzio, assemblando tessere di un puzzle come brandelli di vita prima di noi.

Come un soffio di brezza che mi riporti a casa, per potermi perdere ancora e ancora.

Every busy city needs an island of peace as well as every chaotic soul needs a place of peace.”

To all the chaotic souls, which are those who can get lost.

And to all the places of calm. That like every true place doesn’t exist on any map.

Lose, and lose again. With no hurry to get back, at home and on our feet, uncertain and shaky for who, like us, has the certainty of knowing how to dance without music. Lose track of the night, and the days that follow, to the point that it is not certain that this world is big enough to hold the dreams, all. Losing. A lipstick in the bottom of the bag. The hair in the soft hug of a hat. A shower of polka dots on the canvas of a milky white shirt. The reason, and the head. In that order. Because the true home of a heart is not the house, it is a heart capable of hold itself. And who knows what would happen if someone had ripped apart a song. Because we wondered how it would have gone if instead of running we had the courage to stay. And wait. Yes, even for us who have never been good at waiting. But do you remember, this life? Do you still remember it? It’s life, nothing more. Imperfect moments, in which we lose balance even barefoot. Where we wait for silence to come back, assembling a puzzle like shreds of life before us.

Like a breath of breeze which takes me home, so I could lose myself again and again.