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STORICAMENTE Certo che quando nel reparto maternità dell'ospedale Loreto Mare di Napoli nel 1945 iniziarono ad avvenire "
fatti strani" non deve essere stato facile...
La storia delle
criature nire partorite da alcune ragazze/donne napoletante deve essere stato un vero shock per l'epoca, soprattutto se si pensa al contesto in cui è avvenuto e alle relative cause e conseguenze.
Forse nessuno meglio di
Edoardo Nicolardi, dirigente amministrativo di detto ospedale, lo ha potuto rappresentare, stigmatizzando in versi l'accaduto, versi che poi
E.A. Mario, suo consuocero, ha abilmente musicato riuscendo a rappresentare un dramma attraverso un ritmo musicale azzeccatissimo e tutt'ora apprezzato. (e di sicuro molto meglio - a mio avviso - di quanto gli fosse riuscito con "
La Canzone del Piave", le cui note musicali sono sempre sue).
Sta di fatto che mentre preparavo questi babà mi risuonava in mente, e mi risuona tutt'ora, testo e ritornello della
Tammurriata Nera.
E due paroline qui mi piace condividerle con voi.
Diciamo subito che per i non napoletani (come me) un qualsiasi tentativo di tradurre letteralmente il testo in italiano non ha senso.
Come sappiamo, dietro ogni parola dialettale c'è una cultura, una tradizione, che una mera traduzione svilirebbe, soprattutto in casi come questo.
Occorrerebbe un'immersione completa nell'ambiente, sia temporale dell'immediato dopo-guerra, sia culturale, di allora come di ora, in quella stratificazione di suoni, gesti, movimenti ricchi di significati assai difficile da interpretare senza una certa... napoletanità!
Però...Ci voglio provare!
Almeno in parte, prendendo spunto proprio dal ritornello, dove è espresso e abilmente riassunto il concetto, molto chiaramente:
Seh, vota e gira, seh
seh, gira e vota, seh
ca tu 'o chiamme Ciccio o 'Ntuono,
ca tu 'o chiamme Peppe o gGiro,
chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche... "
vota e gira" è un termine tipicamente meridionale, usato moltissimo, che corrisponde grosso modo a dire "come la metti la metti", anche se in dialetto ha un significato molto più colorito del letterale "volta e gira"; qui si vuol dare quel senso di rimescolamento continuo, come per ingannare chi ti sta davanti, un rimescolamento senza sosta col chiaro intento di disorientare l'interlocutore, un po' come il gioco delle tre carte, dove le mani corrono più veloci dello sguardo e tu sei convinto invece di sapere dov'è la soluzione.
E poi, e qui la traduzione è facile: "
chiamalo come ti pare, Ciccio, Antonio, Peppe o gGiro" che sarebbe come a dire: puoi chiamarlo con qualsiasi nome (purché sia napoletano, sia ben chiaro) ma resta comunque il fatto (e qui la conclusione, è dura, inevitabile, inappellabile) che...:
"chillo 'o fatto è niro niro, niro niro comm'a cche..." "La verità è che quello è nero...e come la mettiamo?"
E, notate la delicatezza: il testo dice "niro" non "negro", come si soleva dire a quei tempi; "niro", come a togliere quella nota dispregiativa razzista, perché alla fine una
criatura è sempre una
criatura, come fai a disprezzarla?
Ma, badate bene a non lasciarvelo sfuggire, la forza dell'intera strofa risiede tutta in quel "
Seh", monosillabo prolungato, quasi impercettibile, ma di una forza dirompente, ricco di significati, sicuramente nella mimica accompagnato da un'alzata di sopracciglio e uno sguardo di traverso...come a dire "ma chi vuoi prender per fesso...? Proprio a me che ho capito tutto prima ancora che tu inventassi una storia riparatrice?" E tutto in un semplice monosillabo:
"
Seh"
Vedete che potenza?
"
Seh"
La realtà dei fatti, per chi non lo sapesse, è che l'anno prima (1944) erano sbarcati a Napoli i soldati americani per liberarla dall'occupazione tedesca e fra loro molti erano di colore: da allora iniziarono i casi di bambini nati con la pelle nera.
LA MIA CRIATURA NIRA Ma veniamo adesso alla mia criatura nira....
Sicuramente i miei babà "niri" sono stati un parto assai più facile, almeno dal punto di vista morale!
Sapevo già chi fosse il padre!
I babà al cioccolato non li avevo mai fatti.
Eppure la variante nelle dosi rispetto al
babà tradizionale è minima, quasi impercettibile.
Basta un poco di cacao.
E qualche goccia di cioccolata, come suggerisce
Montersino.
Per il resto è tutto uguale!
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N.B. Dalla prima formatura alla fine della cottura i vostri babà saranno aumentati di volume tra le 6 e le 8 volte!!!!! Bagna al caffè Caratteristica del babà è che vanno immersi in una bagna zuccherosa.
In questo caso usiamo una bagna al caffè:
900g di acqua 270g di zucchero 15g caffè solubile 60g caffè in polvere - Bollite acqua e zucchero fino a sciogliere quest'ultimo
- Unite caffè in polvere e caffè solubile
- Lasciate in infusione per una ventina di minuti
- Filtrate per bene
- Immergete poi ogni babà nella bagna e sistematelo poi a testa in giù in un piatto
Azzipie', ma perché tutta questa "Tammurriata"? ....eheheheheh, indovina un po'?
Tu intanto preparati psicologicamente, che a breve con i babà al cioccolato faremo
questa: